Caratteri generali dei terremoti e inquadramento nel contesto regionale calabrese

Perché i terremoti in Calabria?

In termini estremamente semplici, i terremoti sono fenomeni naturali endogeni che rappresentano, al tempo stesso, gli effetti e le prove più evidenti della dinamica in atto nel nostro Pianeta; Il terremoto, di conseguenza, può essere considerato a pieno titolo fenomeno naturale, come le alluvioni e le eruzioni vulcaniche, ma è molto più rapido: parliamo di durate dell’ordine dei secondi, che possono arrivare, al massimo, a qualche minuto.

Ma questa velocità non ci deve ingannare: le condizioni per generare un terremoto si preparano lentamente, nel corso di secoli o millenni.

È il tempo che occorre per accumulare quell’immensa energia.

 

Fatta questa breve ma essenziale premessa, cerchiamo di comprendere il motivo per cui la Calabria ha una pericolosità sismica così elevata; per far ciò dobbiamo chiamare in causa la “Teoria della tettonica a placche”, secondo la quale i continenti si muovono e costituiscono un insieme di placche rigide, appunto in movimento su un orizzonte plastico. I continenti possono avvicinarsi o allontanarsi reciprocamente ed è fondamentale tenere presente che, in corrispondenza dei punti di contatto tra i continenti, le rocce tendono a fratturarsi.

La Calabria è così esposta a rischio sismico in quanto è collocata esattamente lungo la zona di contatto tra l’Europa e l’Africa che si stanno avvicinando ad una velocità di circa 7 millimetri/anno: in altre parole, la Calabria è compressa nella grande morsa costituita dalla placca africana (a sud) e da quella europea (a nord).

 

Fig. 1: Schema di interazione tra la Placca Europea e la Placca Africana (www.protezionecivilecalabria.it).

 

Faglie e rischio sismico ad esse correlato

Come descritto nel paragrafo precedente, la Calabria risulta essere compressa nella morsa costituita dalla placca africana (a sud) e da quella europea (a nord); tale morsa provoca la graduale rottura delle rocce caratterizzanti la struttura del territorio calabrese, lungo fratture molto estese, contraddistinte da lunghezze variabili da decine fino a centinaia di chilometri e profonde generalmente fino a 10-15 km, che tecnicamente prendono il nome di “faglie”.

Le faglie producono spostamenti e, di conseguenza, attriti che provocano la liberazione istantanea dell’energia elastica accumulata prima della rottura, sotto forma di energia “sismica”, cioè di onde sismiche (terremoto); nello specifico, parte dell’energia rilasciata durante il processo di fratturazione viene spesa per generare le onde sismiche che, raggiunta la superficie terrestre, creano lo scuotimento del suolo.

Le onde sismiche originatesi all’ipocentro si propagano in tutte le direzioni.

Il processo di fratturazione delle rocce che genera queste onde dura alcuni secondi, ma il tempo di propagazione dall’ipocentro alla superficie terrestre può essere anche di diversi minuti.

Le onde sismiche si dividono in onde di Volume ed onde di Superficie. Le onde di Volume, denotate come onde P, primarie, ed S, secondarie, hanno diversa modalità di propagazione. Al passaggio di un’onda P le particelle che costituiscono il mezzo si deformano temporaneamente producendo compressioni e dilatazioni nella stessa direzione di propagazione dell’onda.

Fig. 2: Le onde longitudinali “P” (www.ingv.it).

Al passaggio di un’onda S, invece, le particelle oscillano in direzione perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda (figura 3). Le due onde si propagano con velocità differente.

Ad esempio, nella crosta terrestre la velocità media dell’onda P è circa 6,5 km/s, mentre la velocità media dell’onda S è circa 3,5 km/s. Al contrario delle onde P, le onde S non si propagano nei liquidi.

L’ampiezza delle onde di volume decresce con l’aumentare della distanza dalla sorgente.

Fig.3: Le onde longitudinali “P” (www.ingv.it).

La Calabria è attraversata da un sistema di faglie in piena attività (linee in rosso in figura 4), che si sviluppa dalla Valle del Crati, passa per lo Stretto di Messina e termina in Sicilia orientale.

Queste faglie rappresentano settori ad elevato rischio sismico ed hanno originato la quasi totalità dei terremoti catastrofici che hanno colpito la Calabria in epoca storica: il terremoto della Valle del Crati del 1183, il terremoto di Reggio e Messina del 1908, la crisi sismica della Calabria meridionale del 1783, terremoti della Calabria centrale del 1638 e del 1905, i terremoti del cosentino del 1835, 1854 e 1870 (www.protezionecivilecalabria.it),

Fig. 4: Schema delle principali faglie della Regione Calabria (www.protezionecivilecalabria.it).

Considerazioni personali conclusive

Si può sicuramente affermare che la Calabria è una Regione ad alta pericolosità sismica, situazione che appare lapalissiana osservando la figura 5, di conseguenza è necessario entrare nell’ordine di idee che il verificarsi di scosse di terremoto può essere naturale e fisiologico;

Fig. 5: Mappe di pericolosità e rischio sismico (www.protezionecivilecalabria.it).

Inoltre, i terremoti sono di solito accompagnati da eventi secondari di magnitudo inferiore che seguono la scossa principale e si definiscono repliche o aftershocks (impropriamente dette scosse di assestamento). Un terremoto, allo stato attuale delle conoscenze, è un fenomeno non prevedibile.

La Ricerca Scientifica, se da un lato non è in grado di dire “quando”, può dire “dove” presumibilmente si verificherà un terremoto.

Grazie agli studi compiuti negli ultimi anni, sono note le aree sismogeneticamente attive ed è possibile dare un’indicazione sulla magnitudo attesa di un terremoto che, presumibilmente, si verificherà in un’area.

Contribuiscono inoltre alla minimizzazione dei danni anche le attuali normative del “buon costruire” e la corretta opera di divulgazione ed educazione alla conoscenza del fenomeno terremoto e dei suoi effetti, che può fornire gli strumenti adeguati a fronteggiare eventuali emergenze facendo sviluppare, nelle popolazioni residenti in aree esposte a rischio quella “cultura della prevenzione”, che solo in parte è presente nella nostra cultura.

 

Dott. Geol. Matteo Montesani

Lunedì 20 Gennaio 2020

L’alta pressione cede sul suo lato occidentale, ciò sta permettendo ad una perturbazione di svilupparsi a sud della Spagna, che andrà produrre delle piogge poi sulla Calabria per la risalita di correnti umide da nord Africa.

 

Domenica 19 Gennaio 2020

Giornata ancora variabile per la Calabria.

La perturbazione che ci sta interessando è debole, ma è sufficiente a generare delle precipitazioni sulla regione.

Possibili piogge si prevedono maggiormente sulla fascia ionica tra alto cosentino e crotonese al mattino.

In serata invece possibili piogge potranno interessare i versanti ionici meridionali.

Sula Sila si potranno avere deboli nevicate sui 1300/1400m

Le temperature saranno in lieve Calo

TERREMOTO, SCOSSA nella presila catanzarese

Aggiornamento: Il terremoto è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Roma.

Un terremoto di magnitudo ML 4.0 è avvenuto nella zona: 6 km N Albi (CZ), il

16-01-2020 23:37:09 (UTC) 16 minuti, 4 secondi fa
17-01-2020 00:37:09 (UTC +01:00) ora italiana
con coordinate geografiche (lat, lon) 39.08, 16.61 ad una profondità di 8 km.

Zona Epicentro comune di Albi Cz

Maggiori informazioni si possono avere sulla pagine dedicata all’evento: http://terremoti.ingv.it/event/23783441

Si è da poco avvertita una netta scossa di terremoto nei dintorni del Catanzarese.

Sul sito dell’INGV possiamo leggere:

STIMA PROVVISORIA – Terremoto di magnitudo tra 3.7 e 4.2 ore 00:37 IT del 17-01-2020, prov/zona Catanzaro

 

Sabato 18 Gennaio 2020

L’alta pressione cede seppur leggermente, permettendo il passaggio di una piccola are di bassa pressione, che andrà ad apportare maggiori coperture e qualche debole pioggia sulla Calabria.

Al mattino verremo raggiunti da correnti più umide, le quali addenseranno coperture nuvolose sui settori tirrenici calabresi.

Deboli piogge potranno interessare la fascia tirrenica, specie vibonese e lametino, e su alto tirreno cosentino; tempo più asciutto e con cieli più liberi per i settori ionici.

Nel pomeriggio tale afflusso potrebbe aumentare, portando ad un incremento delle piogge sui settori tirrenici, con un’estensione anche delle aree coinvolte.

Le precipitazioni potranno ora interessare tutto il vibonese, il lametino e il cosentino, insieme alla relativa fascia presilana e la Sila Grande.

Le piogge potranno raggiungere a tratti anche il catanzarese, ma in caso si prevedono piogge deboli e passeggere.

In serata averemo una tendenza ad un generale miglioramento del tempo, salvo qualche isolato piovasco ancora presente sul Cosentino.

Le temperature saranno in live calo, sopratutto sui valori massimi

I venti soffieranno inizialmente da Libeccio, per poi girare da Ponente e Maestrale.

Venerdì 17 gennaio 2020

L’alta pressione continua la sua azione protettrice, favorendo condizioni stabili e soleggiate.

Fin dalla mattinata avremo cieli sereni o poco nuvolosi; da segnalare solo deboli addensamenti sui settori tirrenici.

Nel pomeriggio la situazione si manterrà essenzialmente stabile, ma andranno a raggiungerci qualche copertura sui settori tirrenici, formate dalle correnti occidentali inumidite dal passaggio sul mar Tirreno.

Le coperture nuvolose potranno avere un aumento in serata, ma non si prevedono fenomeni atmosferici particolari, se non dei possibili lievi piovaschi tra vibonese e lametino.

Le temperature saranno generalmente stabili.

I venti si prevedono deboli occidentali.

Mercoledì 15 Gennaio 2020

La pressione in aumento con tempo stabile e soleggiato; da segnalare solo qualche locale addensamento nuvoloso a ridosso dei rilievi montuosi e sul basso Tirreno, ma senza precipitazioni associate.

Temperature in lieve rialzo, ventilazione debole .

Martedì 14 Gennaio 2019

Giornata con qualche addensamento sulle aree Sila Grande al mattino, e sereno poco nuvoloso sul resto della regione.

Temperature in rialzo, venti deboli.

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