Lunedì 13 Gennaio 2020

Giornata con condizioni di variabilità.

Addensamenti nuvolosi saranno possibili sopratutto  lungo i versanti ionici,  con possibili isolati piovaschi, specie sui versanti della Sila Greca e costa crotonese.

Le temperature si prevedono stazionarie, o in lieve rialzo.

La ventilazione si prevede generalmente debole, a tratti a moderata.

Domenica 12 Gennaio 2020

Giornata con condizioni di variabilità.

Addensamenti nuvolosi saranno possibili sopratutto  lungo i versanti ionici,  con possibili isolati piovaschi, specie sui versanti della Sila Greca, costa crotonese e locride.

Le temperature si prevedono stazionarie, o in lieve rialzo.

La ventilazione si prevede generalmente debole, a tratti a moderata.

Sabato 11 Gennaio 2020

Una “Lacuna” all’interno dell’area di alta pressione che avvolge il Mediterraneo, si è introdotta a ridosso del Canale di Sicilia, e da li potrà pilotare delle correnti umide sullo Ionio le quali favoriranno maggiori annuvolamenti sulla Calabria ionica.

Al mattino avremo cieli poco nuvolosi sui settori Tirrenici, sulle fasce ioniche avremo delle coperture maggiori, ma ancora poco compatte.

Nel pomeriggio una lieve infiltrazione di aria più umida da Est porterà sui settori ionici maggiori coperture, non si escludono in questa fase dei lievi piovaschi a ridosso delle Serre, e su crotonese.

Altrove invece si manterrà una situazione più stabile, con cieli parzialmente coperti.

Le temperature si prevedono in lieve aumento sulle minime; le minime invece potranno avere una lieve flessione.

Venerdì 10 Gennaio 2020

Restiamo ancora sotto l’ombrello dell’alta pressione, che ci va a dare una giornata generalmente serena.

Al mattino avremo cieli poco nuvolosi, a tratti solo velati.

Nel pomeriggio una lieve infiltrazione di aria più umida porterà sui settori tirrenici maggiori coperture, ma si prevedono sparse e poco compatte.

Cieli sereni o poco nuvolosi in serata.

Le temperature si prevedono in lieve aumento, sopratutto nelle massime; le minime invece si manterranno basse al mattino.

I venti saranno deboli da Maestrale.

Cosa succede in Australia? Il punto sulla situazione.

Da settembre, la grande isola del continente oceanico brucia di continuo.

Migliaia di senza tetto e 25 vittime sono il risultato parziale di una stagione degli incendi che si è rivelata più grave del previsto.

Ma, per poterla comprendere al meglio, partiamo dall’inizio.

L’Australia, da sempre, presenta, nel periodo estivo, una stagione definita come “stagione degli incendi”, che coincide con i picchi estivi dell’emisfero australe (nei mesi di gennaio e febbraio).

Quest’anno, a causa dell’aggravarsi del fenomeno del Dipolo sull’Oceano Indiano, una sorta di Nino che si verifica nella regione asiatica, è stata registrata un’ondata anomala di caldo sulla regione.

Questo fenomeno fa sì che a causa dell’indebolimento dei venti occidentali nella regione equatoriale, l’acqua calda dal profondo oceano si sposta verso l’Africa dall’Oceano Indiano e l’acqua fredda sale verso est. Per l’Australia, questa differenza di temperatura significa tempo più secco e più caldo per gran parte del continente.

A questo si sono aggiunti variazioni nelle correnti antartiche, che portano variazioni climatiche nel sud della regione, e il ritardo della stagione dei monsoni che si sviluppa nella parte nord dell’isola e che, nella normalità dei casi, mitiga le temperature nella parte centrale del paese, che ricordiamo essere desertica, quindi con forti concentrazioni di calore localizzate.

Non solo, dal 2009 i centri di ricerca australiani condannano l’andamento ambientale della regione, sottolineando come l’aumento della CO2 stia causando l’innalzamento incontrollato della temperatura, soprattutto nella regione australe (l’Australia è tra i primi esportatori di carbone al mondo).

Nello stato dei canguri si è raggiunto il record di temperatura media stagionale pari a 41,9°C, spinto anche dalla grave siccità che colpisce il Paese negli ultimi tempi.

In queste condizioni sembra palese la difficoltà, da parte delle autorità, di contrastare il fenomeno, concentrato attualmente nelle regioni del Nuovo Galles del Sud e nello stato di Victoria, le regioni più popolose, con Sydney a farla da padrone.

Migliaia di volontari sono all’opera per contrastare il fenomeno, che rischia di peggiorare con l’arrivo della vera e propria estate nella regione oceanica.

Si prova a scongiurare l’unione dei due fronti sopracitati, per evitare il crearsi di una mega linea di fuoco che possa avanzare irrimediabilmente verso i centri abitati lungo la costa.

Si stima al momento che siano andati bruciati circa 6,3 milioni di ettari di territorio. Per dare un’idea pratica, il campo da gioco di San Siro misura circa 0,71 ettari, quindi in Australia sono andati in fumo 8 milioni e quasi 900 mila campi da calcio.

 

Mappa rappresentativa, che mostra in forma semplificata i km2 (quadrato rosso) andati in fumo, se tale misura la sovrapponiamo sulla Calabria, ecco il risultato.

 

Una cifra enorme, che può dare idea di quanto sia grave sia a livello floristico che a livello faunistico, si stima che siano morti già mezzo miliardo di esemplari, senza considerare l’emergenza habitat distrutto per molte specie a rischio, come i koala.

Adesso pensate questo; tali incendi, hanno una estensione tale, che l’intensità dei roghi sono capaci di generare formazioni meteorologiche autonome.

Stiamo parlando quindi di una produzione “artificiale” di movimenti ascensionali di fumo ed aria calda, i quali interagiscono con l’atmosfera; perturbandone le condizioni e generando fenomeni ancora poco prevedibili, come i  “piro cumulonembi” o i “firenado”.

I primi sono nubi generate dal calore degli incendi, che sale fino alle alte quote, dove aria e vapore, raffreddandosi, generano nubi a sviluppo verticale molto instabili, che possono causare gravi rovesci temporaleschi, portando al loro interno enormi quantità di cenere.

Tali fenomeni non fanno altro che aggravare la situazione, e spingere i tizzoni ardenti per lunghe tratte, a causa dei venti molto forti generati dalle correnti (Downburst), inoltre presentano una forte concentrazione di fulmini, dovuti all’ampia escursione termica dell’aria nell’intorno
della formazione.

I secondi, sempre più frequenti, sono dovuti a tasche d’aria rotanti, mosse dal calore generato dall’incendio stesso, seguendo la stessa logica di formazione dei classici tornado.

Al loro interno è possibile trovare fiamme e cenere, con temperature che possono arrivare fino a 1090°C.

Il loro primo avvistamento avvenne proprio nel 2003 in Australia, durante gli incendi che colpirono la capitale, Canberra, dove si assistette ad un altro fenomeno spaventoso che prende il nome di Flashover, ossia le temperature dell’incendio furono talmente alte da causare l’accensione di tutto il materiale combustibile in modo spontaneo nell’arco di 120 ettari.

Nel video qui possiamo vedere proprio l’occasione descritta, con l’attivazione di un tornado dalle correnti spinte dal calore dell’incendio.

 

Permetteteci adesso di fare delle considerazioni da parte nostra.

Con questo articolo cerchiamo di fare un punto della situazione in modo semplice e diretto, cercando le cause del problema e mettendo un punto sui fatti, che risultano molto complessi poiché l’Australia è uno Stato federale composto da 6 stati, ogni stato gestisce l’emergenza come meglio reputa.

Ci sono state aspre critiche nei confronti della politica nazionale, che solo ora ha deciso di stanziare 2 miliardi di dollari alle  emergenze e ai volontari che si stanno occupando degli incendi (in Australia il servizio antincendio è gestito da volontariato) e che da sempre ha una posizione critica nei confronti degli studi condotti dai climatologi sulla regione.

Il nostro desiderio è quello di far luce su quanto sia davvero importante conoscere il clima e il meteo di una regione, al fine di poter contrastare e prevenire fenomeni del genere.

L’ass. Meteopresila

Fonti: BBC One , Euronews , ABC Television, BOM.goc.au,

Mercoledì 08 Gennaio 2020

La giornata si prevede generalmente serena, con locali annuvolamenti, che comunque non destano preoccupazioni.

Le temperature saranno in calo sui valori minimi notturni, ma nel contempo avremo un netto rialzo nei valori massimi.

Avremo perciò una estesa escursione termica, data dall’aria ancora fredda sul suolo calabrese, e dalla presenza del Sole libero da coperture durante il giorno.

Attenzione comunque alle gelate notturne.

La ventilazione si prevede debole o occasionalmente moderata.

Epifania 2020, aggiornamento ondata di freddo

Come detto negli altri interventi, in queste ore sta sopraggiungendo aria particolarmente fredda che andrà a caratterizzare l’epifania.

La massa d’aria fredda descritta,  di base è molto secca e con spessore limitato, ma scorrendo sul mare tiepido si va a caricare di umidità.

Ciò andrà ad originare fenomeni nevosi, a tratti anche di origine convettiva, anche se di breve durata, sul massiccio Silano, come descritto in questo intervento.

I fenomeni dovrebbero intensificarsi proprio in queste ore, e poi successivamente nella mattinata di giorno 6, seppur si tratterà di fenomeni non intensi, saranno capaci di generare deboli imbiancate.

Mappa delle precipitazioni previste in 12 ore, periodo ore 23/05 – 12/06

 

Ovvio che in queste condizioni i rilievi esposti alle correnti di tramontana, e perciò Sila nord orientale, saranno in pole position con nuove imbiancate fin sui 200-300mt .

Non si escludono sconfinamenti tra Sila piccola e presila cosentina, e catanzarese che, crediamo possano imbiancarsi.

Il freddo si prevede pungente ovunque.

Intervento  cura di “Domenico Talarico” in collaborazione con “Meteopresila”

Sabato 4 Gennaio 2020

L’alta pressione avrà un cedimento, il quale permetterà il passaggio di una debole perturbazione, che andrà produrre delle piogge poi dalle sera / notte.

Al mattino avremo cieli generalmente poco nuvolosi, qualche copertura in più potrà affacciarsi a ridosso dei settori tirrenici; ma non si prevedono precipitazioni.

Nel pomeriggio la situazione si manterrà per lo più invariata, ma con un ulteriore aumento della copertura nuvolosa sui versanti tirrenici.

In serata si prevede un peggioramento, con il rinforzo dei venti occidentali si avrà l’arrivo anche di piogge sparse poi in tarda serata, che andranno a coinvolgere i settori tirrenici.

Non si prevedono fenomeni intensi.

Le temperature saranno in calo.

I venti si prevedono in aumento in serata.

Meteo Epifania: prime analisi

Aumento termico nelle prossime ore, poi veloce impulso freddo per l’Epifania, ma non sono previste nevicate!

E’ giunto il momento di spingerci avanti con l’evoluzione del tempo; nelle prossime ore l’aria fredda che ha tenuto sotto scacco il meridione italiano, verrà scalzata da asciutte correnti occidentali, in grado di far salire rapidamente la colonnina di mercurio e causarne velocemente la fusione delle nevi anche lungo i crinali di montagna.

Si tratta di aria mite, di matrice oceanica che per qualche ora proverà a impadronirsi del sud-Italia e parte dell’est europeo, responsabile però, di un secondo richiamo di aria fredda, pronta a riversarsi dall’Asia occidentale, fin verso il sud-Italia.

Fig. 1 – Mappe della temperatura delle masse d’aria a 850 hpa (1500m circa) di giorno 3 a sx e di giorno 5 a dx

Fig. 2 – Mappe della temperatura delle masse d’aria a 850 hpa (1500m circa) di giorno 6

I cieli del mediterraneo diverranno campo mirato tra due masse d’aria, questa più tiepida (appena descritta) e una di natura gelida (accennata sopra).

L’estensione limitata delle nevi, in concomitanza alla veloce fusione della stessa, non faciliterà all’aria fredda di avanzare in maniera organizzata, ecco quindi che entro sabato 5, attendiamo un nuovo sbuffo di aria fredda, tuttavia più veloce del precedente e sterile di precipitazioni.

Il “muro” di aria fredda verrà, invece, a irrobustirsi sulla Grecia e settore balcanico, laddove a largo del mar Ionio nascerà una profonda “bassa pressione”, in grado di addensare a se gran parte dell’aria fredda.

Una piccola dose dell’aria gelida, riuscirà tuttavia a raggiungere anche il sud-Italia (tra sabato e domenica), allorquando le temperature scivoleranno nuovamente sottozero (-6°C a 850 hPa) e soffieranno dei venti di #tramontana piuttosto intensi.

Nell’immagine il campo delle isoterme previsto nel weekend dell’Epifania, possiamo osservare la bassa pressione greca, responsabile di un nuovo rinforzo del vento e della colata di aria gelida.  Subito a ovest, notiamo il veloce avanzamento dell’aria più mite che scalzerà l’aria fredda entro lunedì 7 Gennaio.

Come ribadito, si tratterà di uno sbuffo freddo, molto veloce, non avrà infatti tempo di organizzare un sistema nuvoloso (come la precedente perturbazione) e di conseguenza non sono attesi fenomeni, salvo qualche brevissima spruzzata di neve.

Entro lunedì, l’aria più mite (raffreddata da quella gelida che avrà raggiunto il meridione), tenderà velocemente ad avanzare, a quel punto, gli effetti saranno da valutare.

 

Autore: Umberto Rossini

In collaborazione con Meteopresila.

 

Venerdì 3 dicembre 2020

Continua la fase stabile per la Calabria; in questa giornata aumenteranno le coperture sui settori tirrenici, ma non ci aspettiamo precipitazioni associate.

Al mattino si prevedono cieli generalmente sereni su tutta la regione.

Nel pomeriggio avremo ancora una situazione di sereno sulla Calabria, ma si andrà verso una maggiore copertura poi nel proseguo sui versanti tirrenici tra lametino e reggino.

In serata le coperture si faranno più diffuse sulla Calabria centro meridionale, ma non si prevedono precipitazioni; sui settori ionici e sulla Calabria settentrionale invece avremo ancora cieli sereni.

Te temperature si prevedono stazionarie, con valori che nella notte scenderanno poco sopra lo Zero a quote collinari; durante il giorno invece si salirà anche sopra i 10°C .

I venti si prevedono settentrionali, soffieranno generalmente in modo debole, a tratti più moderati.

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