Una massa d’aria gelida sta facendo avvezione lungo il bacino del Mediterraneo, garanzia di un netto peggioramento del tempo che prenderà atto nelle prossime ore.
Si tratta di aria molto fredda, densa, di origine artica, caratterizzata da temperature decisamente basse, soprattutto alle quote più alte, laddove entro le prime ore della notte, è atteso l’arrivo dell’isoterma (-30°C a 500 hPa).
La massa d’aria scivolando verso sud, farà i conti con un netto aumento della vorticita’ ciclonica, acquistando quindi la tendenza di ruotare attorno ad un minimo di bassa pressione, presente sui Balcani. (immagine 3).
immagine 1
immagine 2
immagine 3 – vorticita’ ciclonica
immagine 4
L’elevato contrasto termico che insorgera’ tra l’aria calda presente e codesta descritta, darà spazio ad un netto aumento dell’instabilità baroclina (immagine 1, dove osserviamo le isobare perpendicolari alle isoipse), ciò si tradurrà nella nascita di un marcato sistema frontale (a carattere freddo), pronto a sollevare velocemente l’aria calda presente al suolo, enfatizzando un forte gradiente termico verticale, accentuato, inoltre per via della presenza di aria secca stratosferica (immagine 4, osserviamo la presenza di elevata vorticita’ potenziale isoentropica e parametri frontali).
Il fronte freddo è previsto raggiungere anche la Calabria entro le prime ore della notte, apportando un rapido guasto del tempo, con temporali localmente di forte intensità, grandinate e raffiche di vento molto forti.
Ciò avverrà in maniera piuttosto veloce.
Al suo passaggio da nord ovest verso est, seguira’ la discesa di aria via via più gelida, con fenomeni in veloce esaurimento ma che laddove saranno presenti assumeranno carattere nevoso a partire dai 6-700 metri di quota.
Venti che ruoteranno a tramontana e che spireranno per tutta la giornata di domani fino a 90-100 km/h.
Riassumendo, nelle prossime ore guasto del tempo con veloce passaggio di rovesci e temporali anche a suon di grandine, fenomeni in veloce esaurimento.
Possibilità di nevicate nella giornata di domani a partire da quote medie, con particolar riferimento a Sila Grande e Pollino.
Temperature in drastico calo e venti di burrasca forte.
Oggi e domani temperature molto miti, ma entro mercoledì è attesa un’ondata di gelo!
Stiamo vivendo un periodo decisamente anomalo, con temperature eccezionalmente miti su gran parte del territorio, ciò è dovuto sostanzialmente al fatto che il freddo rimane confinato lungo le aree del nord-Europa, mentre il bacino del Mediterraneo è alle prese con un’avvezione di aria calda subtropicale.
Temperature Massime registrate oggi 03/02/2020 – Credit meteonetwork – Arpacal
Nei prossimi giorni tuttavia, una massa di aria gelida artico-continentale, riuscirà a scalfire l’aria molto tiepida, garantendo un significativo crollo delle temperature (che da ampiamente positive, scivoleranno al disotto della media del periodo).
Lo scontro fra due masse d’aria dai connotati diversi, darà vita ad un fronte freddo, in grado di scivolare velocemente lungo il Sud-Italia, tra martedì notte e mercoledì, e di apportare fenomeni nevosi anche a quote basse.
Immagine GIF in cui possiamo vedere l’ingresso d’aria fredda nei prossimi giorni
In contemporanea è atteso un forte rinforzo della tramontana che raggiungerà valori di burrasca forte fino a 90-100 km/h.
Attenzione al Vento Forte tra Martedì 4
Prepariamoci dunque, ad un netto cambio di scenario, in poche ore si passerà da primavera inoltrata a condizioni invernali (le temperature scivoleranno di circa 15 gradi, rispetto ai valori attuali), e in concomitanza al vento forte la temperatura percepita risulterà davvero gelida!.
Variazione temperature previste per i prossimi giorni in grafico – Riferimento a 1500m circa
Le nevicate potrebbero fare ritorno su buona parte della Calabria, seguiranno nuovi aggiornamenti nelle prossime ore, per focalizzarci sulle aree che saranno più interessate.
Per ora limitiamoci a dire, che da metà settimana, correnti gelide dal nord-Europa, porteranno nuovamente l’inverno.
In termini estremamente semplici, i terremoti sono fenomeni naturali endogeni che rappresentano, al tempo stesso, gli effetti e le prove più evidenti della dinamica in atto nel nostro Pianeta; Il terremoto, di conseguenza, può essere considerato a pieno titolo fenomeno naturale, come le alluvioni e le eruzioni vulcaniche, ma è molto più rapido: parliamo di durate dell’ordine dei secondi, che possono arrivare, al massimo, a qualche minuto.
Ma questa velocità non ci deve ingannare: le condizioni per generare un terremoto si preparano lentamente, nel corso di secoli o millenni.
È il tempo che occorre per accumulare quell’immensa energia.
Fatta questa breve ma essenziale premessa, cerchiamo di comprendere il motivo per cui la Calabria ha una pericolosità sismica così elevata; per far ciò dobbiamo chiamare in causa la “Teoria della tettonica a placche”, secondo la quale i continenti si muovono e costituiscono un insieme di placche rigide, appunto in movimento su un orizzonte plastico. I continenti possono avvicinarsi o allontanarsi reciprocamente ed è fondamentale tenere presente che, in corrispondenza dei punti di contatto tra i continenti, le rocce tendono a fratturarsi.
La Calabria è così esposta a rischio sismico in quanto è collocata esattamente lungo la zona di contatto tra l’Europa e l’Africa che si stanno avvicinando ad una velocità di circa 7 millimetri/anno: in altre parole, la Calabria è compressa nella grande morsa costituita dalla placca africana (a sud) e da quella europea (a nord).
Fig. 1: Schema di interazione tra la Placca Europea e la Placca Africana (www.protezionecivilecalabria.it).
Faglie e rischio sismico ad esse correlato
Come descritto nel paragrafo precedente, la Calabria risulta essere compressa nella morsa costituita dalla placca africana (a sud) e da quella europea (a nord); tale morsa provoca la graduale rottura delle rocce caratterizzanti la struttura del territorio calabrese, lungo fratture molto estese, contraddistinte da lunghezze variabili da decine fino a centinaia di chilometri e profonde generalmente fino a 10-15 km, che tecnicamente prendono il nome di “faglie”.
Le faglie producono spostamenti e, di conseguenza, attriti che provocano la liberazione istantanea dell’energia elastica accumulata prima della rottura, sotto forma di energia “sismica”, cioè di onde sismiche (terremoto); nello specifico, parte dell’energia rilasciata durante il processo di fratturazione viene spesa per generare le onde sismiche che, raggiunta la superficie terrestre, creano lo scuotimento del suolo.
Le onde sismiche originatesi all’ipocentro si propagano in tutte le direzioni.
Il processo di fratturazione delle rocce che genera queste onde dura alcuni secondi, ma il tempo di propagazione dall’ipocentro alla superficie terrestre può essere anche di diversi minuti.
Le onde sismiche si dividono in onde di Volume ed onde di Superficie. Le onde di Volume, denotate come onde P, primarie, ed S, secondarie, hanno diversa modalità di propagazione. Al passaggio di un’onda P le particelle che costituiscono il mezzo si deformano temporaneamente producendo compressioni e dilatazioni nella stessa direzione di propagazione dell’onda.
Fig. 2: Le onde longitudinali “P” (www.ingv.it).
Al passaggio di un’onda S, invece, le particelle oscillano in direzione perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda (figura 3). Le due onde si propagano con velocità differente.
Ad esempio, nella crosta terrestre la velocità media dell’onda P è circa 6,5 km/s, mentre la velocità media dell’onda S è circa 3,5 km/s. Al contrario delle onde P, le onde S non si propagano nei liquidi.
L’ampiezza delle onde di volume decresce con l’aumentare della distanza dalla sorgente.
Fig.3: Le onde longitudinali “P” (www.ingv.it).
La Calabria è attraversata da un sistema di faglie in piena attività (linee in rosso in figura 4), che si sviluppa dalla Valle del Crati, passa per lo Stretto di Messina e termina in Sicilia orientale.
Queste faglie rappresentano settori ad elevato rischio sismico ed hanno originato la quasi totalità dei terremoti catastrofici che hanno colpito la Calabria in epoca storica: il terremoto della Valle del Crati del 1183, il terremoto di Reggio e Messina del 1908, la crisi sismica della Calabria meridionale del 1783, terremoti della Calabria centrale del 1638 e del 1905, i terremoti del cosentino del 1835, 1854 e 1870 (www.protezionecivilecalabria.it),
Fig. 4: Schema delle principali faglie della Regione Calabria (www.protezionecivilecalabria.it).
Considerazioni personali conclusive
Si può sicuramente affermare che la Calabria è una Regione ad alta pericolosità sismica, situazione che appare lapalissiana osservando la figura 5, di conseguenza è necessario entrare nell’ordine di idee che il verificarsi di scosse di terremoto può essere naturale e fisiologico;
Inoltre, i terremoti sono di solito accompagnati da eventi secondari di magnitudo inferiore che seguono la scossa principale e si definiscono repliche o aftershocks (impropriamente dette scosse di assestamento). Un terremoto, allo stato attuale delle conoscenze, è un fenomeno non prevedibile.
La Ricerca Scientifica, se da un lato non è in grado di dire “quando”, può dire “dove” presumibilmente si verificherà un terremoto.
Grazie agli studi compiuti negli ultimi anni, sono note le aree sismogeneticamente attive ed è possibile dare un’indicazione sulla magnitudo attesa di un terremoto che, presumibilmente, si verificherà in un’area.
Contribuiscono inoltre alla minimizzazione dei danni anche le attuali normative del “buon costruire” e la corretta opera di divulgazione ed educazione alla conoscenza del fenomeno terremoto e dei suoi effetti, che può fornire gli strumenti adeguati a fronteggiare eventuali emergenze facendo sviluppare, nelle popolazioni residenti in aree esposte a rischio quella “cultura della prevenzione”, che solo in parte è presente nella nostra cultura.
L’associazione Meteopresila è lieta di annunciare l’installazione di una stazione meteorologica presso il Comune di Taverna;
Invitiamo a chi vuole partecipare alla presentazione della stazione meteo "Davis" al comune di Taverna, Sabato 18 Gennaio ore 15.00, presso il palazzo comunale.
Una strumentazione che andrà a supportare e migliorare quelle che sono le informazioni ambientali che si potranno osservare ed archiviare nel centro presilano.
Meteopresila è un’associazione, nata dalla passione di un gruppo di ragazzi per la meteorologia, la tecnologia e, soprattutto, l’attenzione e la cura per l’ambiente.
L’associazione annovera tra i suoi obiettivi il miglioramento della cultura della meteorologia, e lo si è sempre fatto discutendone tramite sito internet, forum online e i social network; osservando ed analizzando gli eventi meteorologici che durante l’anno si susseguono, e sviluppando nel contempo una comunità interessata al meteo e a tutto ciò che è adesso collegato.
Proprio in questi anni di esperienza “lavorativa” abbiamo capito quanto sia fondamentale conoscere ed approfondire le fenomenologie che colpiscono il nostro territorio.
Comprendere come reagisce ai determinati eventi meteorologici un’area, permette di apprenderne le sue caratteristiche climatiche, e generare una maggiore consapevolezza anche dei rischi a cui è esposto quando si presenteranno determinati fenomeni atmosferici.
Queste informazioni stanno avendo sempre più seguito nei confronti del pubblico.
Possiamo vedere ciò durante l’emissioni delle allerte meteo, le quali oggi sono ascoltate con maggiore consapevolezza dal pubblico, che si informa per comprenderne l’effettiva pericolosità per la propria incolumità.
Alla luce di ciò, riteniamo che sia di grande importanza fornire maggiori informazioni di quelli che sono i più tipici dati meteorologici; quali, la temperatura, la media pluviometrica, l’umidità, direzione e velocità del vento, la pressione atmosferica, dew point ecc…
Display della Stazione Meteorologica, in cui possiamo vedere un esempio dei dati visualizzati trasmessi dai sensori all’esterno
Per farlo si richiedono degli strumenti che siano in grado di percepire con precisione tali dati, e tradurli poi in numeri e grafici che possano mostrarci in modo chiaro e preciso quanto registrato.
Da tutto ciò scaturiscono poi le informazioni, che permetteranno di conoscere quello che è il clima e il microclima di una determinata area.
Nasce così l’idea del progetto “live weather”
Un programma che ha l’obiettivo di installare per ogni comune, una stazione meteo adatta a questo tipo di misurazioni, ed una webcam da inserire nella rete online già da noi precedentemente creata.
Ciò renderà accessibile a chiunque ne abbia bisogno il monitoraggio ambientale, in modo semplice e gratuito, permettendo inoltre, ai luoghi interessati, di godere anche di una promozione turistica data dalla maggiore visibilità derivata dalle webcam.
In questi anni abbiamo quindi iniziato a creare una rete di osservazione, cominciando dalle webcam in streaming sul sito dell’associazione, che ci permettono di monitorare e descrivere i fenomeni che si susseguono sul nostro territorio (Un esempio di questo progetto sono le webcam installate in Sila Piccola,che hanno riscosso molto successo nell’ambiente digitale).
Con oggi, siamo riusciti a dare inizio anche alla realizzazione di una rete di stazioni meteo, partendo da questa installazione sul comune di Taverna, che sarà per noi da apripista per quelle future.
Come detto sopra, RITENIAMO CHE LA CREAZIONE DI UNA RETE DI STAZIONE METEO SIA ESSENZIALE per capire, conoscere e prevedere, nei limiti della tecnica a disposizione, quali possono essere le criticità che possono colpire un territorio, risultando fondamentale nella prevenzione e nello studio di soluzioni che possano ridurre al minimo tutte le problematiche legate ad essi.
Le nostre idee programmatiche in oltre non finisco qui, da poco abbiamo iniziato ad avviare progetti legati sempre al monitoraggio del territorio, ma con diverse modalità.
Un esempio è il progetto “Tropical Presila “, ovvero, un programma per capire come il clima stia mutando, e come reagiscono i microclimi nelle aree della nostra presila.
Immagine ritraente il nostro responsabile del progetto “Tropical Presila”, insieme ad una pianta di Banano
Per monitorare ciò, abbiamo deciso di sfruttare la natura stessa, e quindi piantare delle piante di tipo tropicali sul nostro territorio, al fine di valutare la loro crescita e sviluppo all’interno del nostro clima.
Dalla loro reazione e dalle osservazioni che se ne potranno fare, potremo capire come aree della presila (o anche solo porzioni limitate di territorio come delle piccole vallate), possano contenere degli habitat idonei anche per specie di piante estranee alla nostra macchia mediterranea, o alla tipica agricoltura locale.
Creando questi tipi di rete, si possono avere numeri reali che contribuiscono a descrivere al meglio il nostro territorio, valutarlo e valorizzarlo al meglio, per come già descritto.
Ringraziamo il Comune di Taverna, che ha creduto nel nostro progetto, permettendoci di installare una stazione proprio sul Comune.
Auspichiamo che questo progetto possa davvero interessare ed essere utile all’intera popolazione.
Aggiornamento: Il terremoto è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Roma.
Un terremoto di magnitudo ML 4.0 è avvenuto nella zona: 6 km N Albi (CZ), il
16-01-2020 23:37:09 (UTC) 16 minuti, 4 secondi fa
17-01-2020 00:37:09 (UTC +01:00) ora italiana
con coordinate geografiche (lat, lon) 39.08, 16.61 ad una profondità di 8 km.
Da settembre, la grande isola del continente oceanico brucia di continuo.
Migliaia di senza tetto e 25 vittime sono il risultato parziale di una stagione degli incendi che si è rivelata più grave del previsto.
Ma, per poterla comprendere al meglio, partiamo dall’inizio.
L’Australia, da sempre, presenta, nel periodo estivo, una stagione definita come “stagione degli incendi”, che coincide con i picchi estivi dell’emisfero australe (nei mesi di gennaio e febbraio).
Quest’anno, a causa dell’aggravarsi del fenomeno del Dipolo sull’Oceano Indiano, una sorta di Nino che si verifica nella regione asiatica, è stata registrata un’ondata anomala di caldo sulla regione.
Questo fenomeno fa sì che a causa dell’indebolimento dei venti occidentali nella regione equatoriale, l’acqua calda dal profondo oceano si sposta verso l’Africa dall’Oceano Indiano e l’acqua fredda sale verso est. Per l’Australia, questa differenza di temperatura significa tempo più secco e più caldo per gran parte del continente.
A questo si sono aggiunti variazioni nelle correnti antartiche, che portano variazioni climatiche nel sud della regione, e il ritardo della stagione dei monsoni che si sviluppa nella parte nord dell’isola e che, nella normalità dei casi, mitiga le temperature nella parte centrale del paese, che ricordiamo essere desertica, quindi con forti concentrazioni di calore localizzate.
Non solo, dal 2009 i centri di ricerca australiani condannano l’andamento ambientale della regione, sottolineando come l’aumento della CO2 stia causando l’innalzamento incontrollato della temperatura, soprattutto nella regione australe (l’Australia è tra i primi esportatori di carbone al mondo).
Nello stato dei canguri si è raggiunto il record di temperatura media stagionale pari a 41,9°C, spinto anche dalla grave siccità che colpisce il Paese negli ultimi tempi.
In queste condizioni sembra palese la difficoltà, da parte delle autorità, di contrastare il fenomeno, concentrato attualmente nelle regioni del Nuovo Galles del Sud e nello stato di Victoria, le regioni più popolose, con Sydney a farla da padrone.
Migliaia di volontari sono all’opera per contrastare il fenomeno, che rischia di peggiorare con l’arrivo della vera e propria estate nella regione oceanica.
Si prova a scongiurare l’unione dei due fronti sopracitati, per evitare il crearsi di una mega linea di fuoco che possa avanzare irrimediabilmente verso i centri abitati lungo la costa.
Si stima al momento che siano andati bruciati circa 6,3 milioni di ettari di territorio. Per dare un’idea pratica, il campo da gioco di San Siro misura circa 0,71 ettari, quindi in Australia sono andati in fumo 8 milioni e quasi 900 mila campi da calcio.
Mappa rappresentativa, che mostra in forma semplificata i km2 (quadrato rosso) andati in fumo, se tale misura la sovrapponiamo sulla Calabria, ecco il risultato.
Una cifra enorme, che può dare idea di quanto sia grave sia a livello floristico che a livello faunistico, si stima che siano morti già mezzo miliardo di esemplari, senza considerare l’emergenza habitat distrutto per molte specie a rischio, come i koala.
–
Adesso pensate questo; tali incendi, hanno una estensione tale, che l’intensità dei roghi sono capaci di generare formazioni meteorologiche autonome.
Stiamo parlando quindi di una produzione “artificiale” di movimenti ascensionali di fumo ed aria calda, i quali interagiscono con l’atmosfera; perturbandone le condizioni e generando fenomeni ancora poco prevedibili, come i “piro cumulonembi” o i “firenado”.
Pyro-cumulonimbus clouds have developed to altitudes over 16km in East #Gippsland this afternoon. These fire-induced storms can spread fires through lightning, lofting of embers and generation of severe wind outflows #VicWeather#VicFirespic.twitter.com/gZN6sC7meU
I primi sono nubi generate dal calore degli incendi, che sale fino alle alte quote, dove aria e vapore, raffreddandosi, generano nubi a sviluppo verticale molto instabili, che possono causare gravi rovesci temporaleschi, portando al loro interno enormi quantità di cenere.
Tali fenomeni non fanno altro che aggravare la situazione, e spingere i tizzoni ardenti per lunghe tratte, a causa dei venti molto forti generati dalle correnti (Downburst), inoltre presentano una forte concentrazione di fulmini, dovuti all’ampia escursione termica dell’aria nell’intorno
della formazione.
I secondi, sempre più frequenti, sono dovuti a tasche d’aria rotanti, mosse dal calore generato dall’incendio stesso, seguendo la stessa logica di formazione dei classici tornado.
Al loro interno è possibile trovare fiamme e cenere, con temperature che possono arrivare fino a 1090°C.
Il loro primo avvistamento avvenne proprio nel 2003 in Australia, durante gli incendi che colpirono la capitale, Canberra, dove si assistette ad un altro fenomeno spaventoso che prende il nome di Flashover, ossia le temperature dell’incendio furono talmente alte da causare l’accensione di tutto il materiale combustibile in modo spontaneo nell’arco di 120 ettari.
Nel video qui possiamo vedere proprio l’occasione descritta, con l’attivazione di un tornado dalle correnti spinte dal calore dell’incendio.
Permetteteci adesso di fare delle considerazioni da parte nostra.
Con questo articolo cerchiamo di fare un punto della situazione in modo semplice e diretto, cercando le cause del problema e mettendo un punto sui fatti, che risultano molto complessi poiché l’Australia è uno Stato federale composto da 6 stati, ogni stato gestisce l’emergenza come meglio reputa.
Ci sono state aspre critiche nei confronti della politica nazionale, che solo ora ha deciso di stanziare 2 miliardi di dollari alle emergenze e ai volontari che si stanno occupando degli incendi (in Australia il servizio antincendio è gestito da volontariato) e che da sempre ha una posizione critica nei confronti degli studi condotti dai climatologi sulla regione.
Il nostro desiderio è quello di far luce su quanto sia davvero importante conoscere il clima e il meteo di una regione, al fine di poter contrastare e prevenire fenomeni del genere.
L’ass. Meteopresila
Fonti: BBC One , Euronews , ABC Television, BOM.goc.au,
Una piccola dose dell’aria gelida, riuscirà a raggiungere anche il sud-Italia (tra sabato e domenica), allorquando le temperature scivoleranno nuovamente sottozero (-6/-7°C a 850 hPa) e soffieranno dei venti di tramontana piuttosto intensi.
Entro lunedì, l’aria più mite (raffreddata da quella gelida che avrà raggiunto il meridione), tenderà velocemente ad avanzare, a quel punto, gli effetti saranno da valutare.
Proviamo ora a delineare quegli “effetti da valutare”, descritti in precedenza.
Domani, la tramontana comincerà a soffiare piuttosto intensamente, trasportando la prima quantità di aria gelida che, entro domenica, avrà raggiunto tutto il sud-Italia.
Si tratta di una massa d’aria artica, molto densa, asciutta e dotata di uno spessore piuttosto blando. Ciò favorirà il veloce riversamento della stessa al suolo, con veloce crollo termico e gelate diffuse.
La colonna d’aria sarà quindi piuttosto asciutta, tuttavia passando sulle tiepide acque marine, potrebbe dar luogo a nuvolosità irregolare e annessi, deboli fenomeni lungo le zone esposte a nord (deboli, poiché non avrà il tempo, di organizzare un sistema nuvoloso compatto).
Nel frattempo, correnti miti di natura oceanica, stanno soffiando a largo delle coste tirreniche (laddove si sta formando un buon serbatoio di aria umida), essa tenderà ad incunearsi velocemente al-disotto di quella gelida, causandone quindi un aumento dell’instabilità atmosferica.
(L’aria fredda tenderà a scivolare verso il basso, mentre l’aria più umida per spinta di Archimede proverà a salire (specie in prossimità dei rilievi), dando luogo a qualche nube, localmente anche convettiva).
Siamo tra domenica notte e lunedì allorquando lo scontro tra le due masse d’aria, sarà responsabile di un probabile guasto del tempo, con rovesci che assumeranno carattere nevoso a partire dai 2-300 metri di quota e pronti a interessare, nuovamente i rilievi, specie quelli della Sila, con particolar riferimento alle zone esposte a settentrione.
Visto il quadro piuttosto delicato, vi aggiorneremo, successivamente sugli accumuli nevosi previsti e le aree più interessate con maggiore probabilità.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
A cura di “Umberto Rossini” in collaborazione con “Meteopresila”
Aumento termico nelle prossime ore, poi veloce impulso freddo per l’Epifania, ma non sono previste nevicate!
E’ giunto il momento di spingerci avanti con l’evoluzione del tempo; nelle prossime ore l’aria fredda che ha tenuto sotto scacco il meridione italiano, verrà scalzata da asciutte correnti occidentali, in grado di far salire rapidamente la colonnina di mercurio e causarne velocemente la fusione delle nevi anche lungo i crinali di montagna.
Si tratta di aria mite, di matrice oceanica che per qualche ora proverà a impadronirsi del sud-Italia e parte dell’est europeo, responsabile però, di un secondo richiamo di aria fredda, pronta a riversarsi dall’Asia occidentale, fin verso il sud-Italia.
Fig. 1 – Mappe della temperatura delle masse d’aria a 850 hpa (1500m circa) di giorno 3 a sx e di giorno 5 a dx
Fig. 2 – Mappe della temperatura delle masse d’aria a 850 hpa (1500m circa) di giorno 6
I cieli del mediterraneo diverranno campo mirato tra due masse d’aria, questa più tiepida (appena descritta) e una di natura gelida (accennata sopra).
L’estensione limitata delle nevi, in concomitanza alla veloce fusione della stessa, non faciliterà all’aria fredda di avanzare in maniera organizzata, ecco quindi che entro sabato 5, attendiamo un nuovo sbuffo di aria fredda, tuttavia più veloce del precedente e sterile di precipitazioni.
Il “muro” di aria fredda verrà, invece, a irrobustirsi sulla Grecia e settore balcanico, laddove a largo del mar Ionio nascerà una profonda “bassa pressione”, in grado di addensare a se gran parte dell’aria fredda.
Una piccola dose dell’aria gelida, riuscirà tuttavia a raggiungere anche il sud-Italia (tra sabato e domenica), allorquando le temperature scivoleranno nuovamente sottozero (-6°C a 850 hPa) e soffieranno dei venti di #tramontana piuttosto intensi.
Nell’immagine il campo delle isoterme previsto nel weekend dell’Epifania, possiamo osservare la bassa pressione greca, responsabile di un nuovo rinforzo del vento e della colata di aria gelida. Subito a ovest, notiamo il veloce avanzamento dell’aria più mite che scalzerà l’aria fredda entro lunedì 7 Gennaio.
Come ribadito, si tratterà di uno sbuffo freddo, molto veloce, non avrà infatti tempo di organizzare un sistema nuvoloso (come la precedente perturbazione) e di conseguenza non sono attesi fenomeni, salvo qualche brevissima spruzzata di neve.
Entro lunedì, l’aria più mite (raffreddata da quella gelida che avrà raggiunto il meridione), tenderà velocemente ad avanzare, a quel punto, gli effetti saranno da valutare.
Con la giornata odierna, finisce questa ondata di freddo, che ha portato ad accumuli nevosi anche oltre le aspettative; raggiungendo oltre i 40cm di neve su Savelli Kr, e oltre i 50/60cm sulla Sila grande.
Immagine ripresa dai satelliti “Aqua MODIS” in True Color nella mattinata di ieri 30.12
Immagine ripresa dai satelliti “Aqua MODIS” in True Color nella mattinata di oggi 31.12
Nelle immagini satellitari possiamo vedere la ripresa del satellite ripresa stamattina, e sopra l’immagine ripresa ieri, nel corso delle nevicate sotto la coltre nuvolosa.
————- Aggiornamento ore 16.30 – 30/12 ————-
Curiosità: possiamo vedere in questo breve video, le immagini raccolte dal satellite nelle ultime 12 ore.
————- Aggiornamento ore 13.00 – 30/12 ————-
La situazione attuale sul versante presilano nord orientale Precisamente su Savelli Kr
Pubblicato da Meteo Savelli su Lunedì 30 dicembre 2019
————- Aggiornamento ore 6.30 – 30/12 ————-
Il radar delle ore 6:30 mostra le intense precipitazioni sul versante nord orientale della Sila.
Era nella previsione una intensificazione delle precipitazioni tra la notte e la mattinata odierna.
Resta netto lo sbarramento dei monti della Sila che non consente alle nevicate di raggiungere la Sila piccola e perciò la nostra area.
Nelle prossime ore comunque, data l’intensità delle precipitazione sull’altro versante, non si esclude qualche sconfinamento con fioccate localmente anche intense ma brevi fin sulla presila catanzarese e cosentina.
————- Aggiornamento ore 15.00 – 29/12 ————-
————- Aggiornamento ore 14.50 – 29/12 ————-
Segnaliamo una bufera di neve a Lorica, nel video siamo al piazzale degli impianti quota 1420slm
————- Aggiornamento ore 14.30 – 29/12 ————-
Ancora molto freddo sulla regione.
Nevica ancora sui rilievi nord orientali della Sila dove tra la sera e la notte ci si aspetta una nuova intensificazione dei fenomeni.
Tra la seconda parte della notte e la mattinata di lunedì nuovi possibili sconfinamenti fin sulla Sila Piccola e presila cosentina e catanzarese dove non si escludono deboli imbiancate.
Situazione in Sila Piccola – Zona Ciricilla (Taverna Cz) Bivio per Buturo
————- Aggiornamento ore 08.30 – 29/12 ————-
Deboli imbiancate, e per di più a macchia di leopardo, era il massimo che ci si poteva aspettare tra Sila piccola e relativa presila.
Carlopoli
Possibilità di altre deboli imbiancate tra la prossima notte e il primo mattino di lunedì.
Situazione molto diversa sui rilievi nord orientali della Sila (seppur in un’area ristretta) dove nevica da ieri e non smetterà prima di domani.
————- Aggiornamento ore 07.22 – 29/12 ————-
Buongiorno da Taverna, Vista verso il Mar Ionio
Taverna (Cz)
————- Aggiornamento ore 01.00 – 29/12————-
Varie parti della Sila sono ormai interessate da nevicate, le più intense ovviamente insistono sula Sila Greca, e sui versanti presilani, sopratutto tra Acri (Cs) Longobucco (Cs) e Savelli (Kr).
Sui versanti del catanzarese lievi imbiancate si registrano sulla presila, cosi come sui versanti tirrenici silani del cosentino (come su Rogliano)
————- Aggiornamento ore 00.50 – 29/12 ————-
Inizia a fioccare anche nei quartieri nord della città di Catanzaro come si può notare dalla Stazione meteorologica Sant’Elia di Catanzaro
————- Aggiornamento ore 23.40 – 28/12 ————-
Immagine radar.
I nuclei si formano sul golfo di Taranto e vanno poi a raggiungere la Calabria.
Parte delle precipitazioni riescono a oltrepassare i rilievi silani, raggiungendo la presila catanzarese.
————- Aggiornamento ore 12.00 – 28/12 ————-
Come d’aspettativa le piogge arrivate sulla Calabria, si sono concentrate principalmente sul settore ionico nord orientale, e su crotonese.
I valori vediamo che non sono abbondanti (Vedi immagine mappa precipitazioni qui sotto), in quanto queste configurazioni non creano un’instabilità abbastanza importante per produrre precipitazioni intense; però sui versanti esposti, l’accumulo sarà abbastanza costante, per via delle correnti di Grecale che resteranno presenti per le prossime ore.
Precipitazioni registrate dalla rete di stazioni meteo
Le temperature minime hanno raggiunto valori minimi sotto Zero su tutto l’altopiano silano (Vedi immagine mappa temperature qui sotto), e la quota dello Zero, è scesa anche sotto i 1000m sui settori nord orientali.
La neve su queste aree è scesa in nottata, imbiancando i centri silani e presilani.
Temperature minime notturne registrate dalla rete di stazioni meteo
Qui possiamo vedere alcune immagini riprese dalle webcam:
Longobucco ph Mario de simone
Longobucco ph Mario de simone
Trepido’ lago Ampollino – Webcam
Montecurcio – Webcam
Carlomagno – Webcam
Lorica – impianti – Webcam
Lorica – lungolago
Lorica lungolago – Webcam
————- Aggiornamento ore 18.00 – 27/12 ————-
Abbiamo parlato dell’imminente ondata di freddo in termini di temperatura, ora analizzeremo le possibili NEVICATE.
Mappa grafica, realizzata per segnare le aree a maggiori possibilità di accumulo di neve al suolo.
Si parte dal fatto che TUTTE le precipitazioni scaturiranno dai forti contrasti termici tra la massa d’aria in arrivo e la superficie del mare ancora tiepida, contrasti tra che favoriranno lo sviluppo di attività convettiva con precipitazioni anche a carattere di rovescio.
Le intense correnti di tramontana e grecale “piloteranno” queste precipitazioni sui versanti esposti, percio Pollino, e Sila nord orientale e Crotonese.
Queste saranno le aree “in pole position” per le precipitazioni da stau che risulteranno nevose fin sui 200-300mt e accumuli nevosi al suolo anche consistenti a partire dai 600-800mt.
Mappe delle precipitazioni previste in 6 ore nelle giornate del 28 e 29 Dicembre – Modello GFS 12z
Le restanti aree, Sila Piccola compresa, vedranno precipitazioni da sconfinamento, perciò molto più deboli e spesso fatte da fiocchi svolazzanti fino a quote relativamente basse, specie al primo mattino e poi alla sera.
Più soleggiato durante il giorno. Non si escludono deboli imbiancate a macchia di leopardo.
Lo stau sarà piuttosto intenso e gli sconfinamenti difficili da prevedere..
seguiremo la situazione per anticipare possibili sorprese.
Inizierà da stasera l’afflusso freddo che ci terrà compagnia per qualche giorno.
Si tratterà di aria di matrice polare continentale partita poco a nord della Scandinavia.
Sarà un’ondata non gelida e di breve durata, nonostante ciò la Calabria vedrà temperature piuttosto fredde con l’arrivo di isoterme comprese tra i -4/-6 e perciò con temperature abbondantemente sotto lo zero sui rilievi.
Nella gif ho appena ricreato l’avanzata della colata.
Ripresa termica tra lunedì sera- martedì.
A FRA POCO per l’analisi delle precipitazioni.. ma già vi annuncio che la Sila Piccola con queste configurazioni NON vede buone precipitazioni.
Masse d’aria particolarmente fredde, dalle regioni settentrionali del continente europeo, andranno a muoversi verso sud, fino a raggiungere il Mediterraneo, grazie alla spinta data dall’imponente promontorio anticiclonico di blocco, pronto a posizionarsi (con massimi di oltre 1042 hpa) sulla Germania.
Fig.1 – Mappa a 500hpa – Rappresentazione delle figure bariche e della dinamica delle masse d’aria che sarà attiva il 28 Dicembre.
Cosa vuol dire ciò per la Calabria?
Termiche fredde dell’ordine dei -4/-6°C alla quota 850hpa (1500mt s.l.m) raggiungeranno la nostra regione a partire da giorno 28 ; accompagnate da una sostenuta ventilazione da Nord-Est sulla Calabria ionica.
Fig.2 – Mappa a 850hpa – Rappresentazione delle temperature e dei movimenti dei flussi di aria fredda in arrivo da Nord.
Il contesto però sarà anticiclonico, ovvero senza la presenza di minimi organizzati che possano creare instabilità, e se aggiungiamo il fatto che la massa d’aria in arrivo sarà molto secca, il risultato è che avremo scarse precipitazioni di base.
Ci possiamo aspettare quindi delle nevicate?
Per la Calabria (o meglio solamente per i rilievi nord orientali del cosentino e del crotonese) l’unica possibilità la presenta il golfo di Taranto (situazione simile all’adriatic effect snow) che potrà cedere dell’umidità e favorire così la nascita di nuclei instabili, i quali impattando con i monti della Sila nord orientale, produrranno precipitazioni nevose a quote molto basse, ma SOLO in quelle aree.
Fig.3 – Aree che potranno avere maggiori possibilità di essere interessate da nevicate fino a quote collinari anche sui 200m in nottata.
Per il resto, sulle altre aree (Il cosentino e il catanzarese), ci si dovrà accontentare di fiocchi svolazzanti, portati da qualche sconfinamento e ovviamente freddo pungente.
Va detto che, trattandosi per l’appunto di una “retrogressione”, con tanto di flusso secondario in uscito dai Balcani meridionali, occorre mantenere una certa prudenza.
Ancora è troppo presto entrare nel dettaglio di una configurazione in fase di sviluppo, ma gli ultimi giorni del 2019 potrebbero riservarci interessanti sorprese.